martedì 24 giugno 2008
Gli Abbinante al carcere duro
Le dichiarazioni del pentito Maurizio Prestieri stanno facendo luce sulle fitte trame di camorra della zona di Secondigliano. Dopo Guido e Antonio Abbinante, finiscono al regime del 41 bis, cioè il regime del carcere duro, anche Raffaele e il figlio Francesco Abbinante. La "gola profonda" della mala secondiglianese svela come gli Abbinante prendessero decisioni. Tutto avviene tra le celle del carcere di Poggioreale e nelle camere di sicurezza del Palazzo di Giustizia. I fratelli parlano tra di loro e decidono su come agire, chi aggredire e con chi allearsi, questo, pare, sia il metodo decisionale usato per la faida di Secondigliano. Per questo motivo si è deciso di isolare tutto il "gotha" degli Abbinnte. Per il pentito Prestieri, come per la magistratura, il boss del gruppo è Raffaele detto " o papele e marano", subito con poteri decisionali vi è Guido. Il più giovane della famiglia è Francesco (figlio di Raffaele), arrestato nell'ottobre '06, tradito dalla voglia di pizza. Il ras 31 enne del rione Monterosa era inseguito da due provvedimenti restrittivi, entrambi riconducinili al periodo in cui avrebbe gestito l'importantissima piazza di spaccio di Scampia, allora tutta la famiglia degli Abbinante stava con il clan Di Lauro e gli scissionisti non erano ancora tali. Il giovane Francesco, condannato a 14 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, è indicato dagli inquirenti come elemento di spicco dei Di Lauro negli anni 2002-03, solo successivamente il clan Abbinante si sarebbe schierato al fianco degli "scissionisti". Fu stanato e catturato a Marano, si nascondeva in un appartamento dentro un parco residenziale in via Fava con la moglie e i tre figli. La donna lo aveva fittato da poco, naturalmente senza registrare il contratto per evitare di lasciare tracce. I carabinieri , che tenevano costantemente d'occhio i movimenti dei familiari, negli ultimi giorni avevano notato l'incremento delle borse per la spesa nonchè l'arrivo di 5 cartoni di pizza per una famiglia composta da 4 elementi. Un errore che si rivelò fatale per il malvivente. La mattina dopo una ventina di militari circondarono l'abitazione e fecero irruzione iniziando la perquisizione all'interno dell'abitazione. Insospettiti dal notevole peso del divano nel salone, i militari dell'arma lo ispezionarono nei minimi dettagli: lui era lì che si nascondeva.
Etichette:
Gli Abbinante
mercoledì 18 giugno 2008
Arrestato Francesco Cirillo dei Casalesi

Preso lunedì 16 Giugno, dalla appena insediata sezione di Casal di Principe della squadra moblie di Caserta, Francesco Cirillo. Il pregiudicato, sei giorni fa era riuscito a sfuggire alla cattura forzando un posto di blocco della polizia sfrecciando ad alta velocità lungo il corso di Casal di Principe. E' stato catturato in un appartamento di Villa Literno (CE). Il 30enne è cugino del capozona del clan dei Casalesi Alessandro Cirillo detto "o sergente", quest'ultimo è ricercato attivamente insieme ad altri esponenti del clan Bidognetti in quanto sfuggito ad un blitz scattato due mesi fa. Francesco Cirillo, invece, era ricercato da diverso tempo in quanto deve ancora scontare un residuo di pena di 1 anno e 8 mesi per una estorsione commessa ai danni di Domenico Noviello, il titolare di un'autoscuola ucciso a Castelvolturno il mese scorso perchè nel 2000 aveva denunciato i suoi estorsori, dopo aver ricevuto, da parte dei pregiudicati, un imposizione a versare 30 milioni delle vecchie lire, versandone però 10.
Etichette:
Arresto Francesco Cirillo
lunedì 16 giugno 2008
Arrestato Giosuè Fioretto: è il cassiere dei Casalesi

Etichette:
Arrestato Giosuè Fioretto
sabato 14 giugno 2008
Mariano La Peruta punito dai Di Lauro

Etichette:
Mariano La Peruta
giovedì 12 giugno 2008
Il Boss dei Boss Mario Fabbrocino in carcere da tre anni.


Etichette:
clan Fabbrocino
mercoledì 11 giugno 2008
Arrestati i reggenti del clan Fabbrocino
Finiscono in carcere Mario Fabbrocino 52enne di San Gennaro Vesuviano, Michele La Marca 47enne di Ottaviano, Angelo Borrelli 35enne di San Gennaro Vesuviano, Michele Bonaiuto 50enne residente a Sirignano (AV), Angelo Buono 40enne residente a San Valentino Torio (SA) e Vincenzo Marano 61enne di San Gennaro Vesuviano.
Personaggio principale dell'operazione "ombra", che ha visto impegnati 80 carabinieri della compagnia di Nola guidati dal tenente Pietro Calamusa e coordinati dal capitano Gianluca Piasentin, è considerato Mario Fabbrocino, detto "maruzzo", cugino, omonimo e cognato del boss ora detenuto, avendo "o gravunaro" sposato sua sorella. L'accusa per i sei presunti affiliati al clan Fabbrocino, operante nel nolano, in particolare a San Giuseppe Vesuviano e zone limitrofe è di estorsione aggravata condotta in maniera associata ai danni di diversi imprenditori del territorio. Da segnalare, all'interno dell'organizzazione, la figura del numero 2 del clan, Michele La Marca, detto "o muzzone", considerato il braccio operativo del clan Fabbrocino. Pare, infatti, che gli imprenditori che tentavano di opporsi al pagamento del pizzo venivano condotti da lui, il quale riusciva, il più delle volte, a convincere le vittime della bontà dei pagamenti da effettuare. Le tangenti da pagare erano pari al 35-40% dell'appalto, oltre a delle rate fisse di circa 3000euro da versare per le famiglie dei detenuti a Natale, Pasqua e Ferragosto. Pare venissero risparmiati gli imprenditori che accettavano di acquistare i materiali di calcestruzzi dalla ditta "La Fortuna" di San Gennarello d'Ottaviano, sequestrata nell'Ottobre 2007 dalla DDA di Napoli in un'altra operazione anticamorra. Michele La Marca risulta essere dispoccupato, ma viveva in una villa da sogno tra Ottaviano e San Gennarello. Un fortino impenetrabile dotato di ogni comfort, dalla tv al plasma per gli Europei di Calcio , alla vasca idromassaggio, oltre al giardino curato nei minimi dettagli. Un bunker che La Marca ha costruito per trasmettere all'esterno l'idea di onnipotenza del clan a cui apparteneva. Un altro degli arrestati, Angelo Borrelli, era addirittura professore all'IPSAR di Pollena Trocchia. Una vita all'apparenza normale, senza sussulti fino all'alba di ieri, tutto casa e scuola. La notizia del suo arresto è stata accolta con stupore ed incredulità dagli alunni e dai colleghi dove insegnava. Lo stipendio da professore forse non gli bastava. E così, secondo l'accusa, aveva deciso di arrotondare a fine mese, dando una mano al sodalizio criminale. Il suo ruolo, come quello dei rimanenti arrestati, era quello di emissario del clan, cioè si presentavano sui cantieri per presentare le richieste di pizzo.
Personaggio principale dell'operazione "ombra", che ha visto impegnati 80 carabinieri della compagnia di Nola guidati dal tenente Pietro Calamusa e coordinati dal capitano Gianluca Piasentin, è considerato Mario Fabbrocino, detto "maruzzo", cugino, omonimo e cognato del boss ora detenuto, avendo "o gravunaro" sposato sua sorella. L'accusa per i sei presunti affiliati al clan Fabbrocino, operante nel nolano, in particolare a San Giuseppe Vesuviano e zone limitrofe è di estorsione aggravata condotta in maniera associata ai danni di diversi imprenditori del territorio. Da segnalare, all'interno dell'organizzazione, la figura del numero 2 del clan, Michele La Marca, detto "o muzzone", considerato il braccio operativo del clan Fabbrocino. Pare, infatti, che gli imprenditori che tentavano di opporsi al pagamento del pizzo venivano condotti da lui, il quale riusciva, il più delle volte, a convincere le vittime della bontà dei pagamenti da effettuare. Le tangenti da pagare erano pari al 35-40% dell'appalto, oltre a delle rate fisse di circa 3000euro da versare per le famiglie dei detenuti a Natale, Pasqua e Ferragosto. Pare venissero risparmiati gli imprenditori che accettavano di acquistare i materiali di calcestruzzi dalla ditta "La Fortuna" di San Gennarello d'Ottaviano, sequestrata nell'Ottobre 2007 dalla DDA di Napoli in un'altra operazione anticamorra. Michele La Marca risulta essere dispoccupato, ma viveva in una villa da sogno tra Ottaviano e San Gennarello. Un fortino impenetrabile dotato di ogni comfort, dalla tv al plasma per gli Europei di Calcio , alla vasca idromassaggio, oltre al giardino curato nei minimi dettagli. Un bunker che La Marca ha costruito per trasmettere all'esterno l'idea di onnipotenza del clan a cui apparteneva. Un altro degli arrestati, Angelo Borrelli, era addirittura professore all'IPSAR di Pollena Trocchia. Una vita all'apparenza normale, senza sussulti fino all'alba di ieri, tutto casa e scuola. La notizia del suo arresto è stata accolta con stupore ed incredulità dagli alunni e dai colleghi dove insegnava. Lo stipendio da professore forse non gli bastava. E così, secondo l'accusa, aveva deciso di arrotondare a fine mese, dando una mano al sodalizio criminale. Il suo ruolo, come quello dei rimanenti arrestati, era quello di emissario del clan, cioè si presentavano sui cantieri per presentare le richieste di pizzo.
Etichette:
clan Fabbrocino
martedì 10 giugno 2008
Il blog con le notizie di Camorra dentro


Questo blog è stato creato con il solo intento di informare, informare sulla più grande azienda del sistema Italia, la camorra. Le notizie verranno pubblicate a partire da oggi, naturalmente con "tuffi nel passato". Racconterà tutti i retroscena e i fatti di cronaca che accadono in Campania, senza nessun filtro, come un vero reporter indipendente è obbligato a fare.
Tutte le notizie saranno veritiere, in quanto utilizzerò per i miei articoli testate regionali e nazionali.
Scrivetemi, mandatemi foto, informatemi o anche criticatemi: cronachedicamorra@libero.it
A presto.
Iscriviti a:
Post (Atom)