
«Era molto bravo a guidare la moto, per questo mio zio Giuseppe lo volle come componente del gruppo di fuoco del clan Misso». A parlare è Emiliano Zapata Misso, che nel corso di un interrogatorio, allegato al decreto di fermo, descrive il ruolo di Vincenzo Pirozzi quale killer del clan. Proprio la sua abilità con la moto ne faceva un componente ideale per eseguire gli omicidi. È lo stesso Zapata insieme con il fratello Giuseppe “’o chiatto” a tirarlo in ballo per l’omicidio di Felice Cerbone (per il quale Pirozzi non è indagato), avvenuto alla Maddalena nel ’99. Ecco il racconto: «Il delitto di Cerbone avvenne quando mio zio era già tornato libero. Cerbone commetteva estorsioni nella zona della Maddalena senza versare nulla al clan Mazzarella, che controllava quella zona, e prendendo i soldi per sè. Michele Mazzarella chiese a mio zio Giuseppe di poter utilizzare un killer del gruppo Misso per uccidere Felice Cerbone anche perché sosteneva che la prima persona sospettata, nel caso di un delitto sarebbe stato lui. Mio zio Giuseppe incaricò del delitto Vincenzo Pirozzi “’o picuozzo”, al quale ultimo Michele Mazzarella promise che avrebbe avuto un bel regalo in soldi. Pirozzi era affiancato da Angelo Marmolino detto “mezzalingua” del gruppo Mazzarella e i due insieme avrebbero dovuto portare a termine questa esecuzione. Il giorno in cui avvenne il delitto, per due tre volte Vincenzo Pirozzi ed Angelo Marmolino si recarono nella zona della Maddalena allo scopo di individuare e sorprendere Felice Cerbone, ma non lo trovarono. Quando tornarono da Michele Mazzarella, quest’ultimo si arrabbiò perché diceva che era impensabile che Cerbone non stesse lì nella zona dove commetteva le estorsioni. Infatti, lo trovarono subito e Michele Mazzarella lo ammazzò mentre Vincenzo Pirozzi guidava il motorino, su cui erano andati in zona. Posso riferire queste circostanze in quanto mi sono state raccontate da Vincenzo Pirozzi, il quale mi disse che Cerbone era morto vicino ad un negozio di scarpe».
Nessun commento:
Posta un commento