Era riuscito ad evitare l’arresto durante il blitz del primo luglio, operazione anticamorra che aveva decimato il clan Tavoletta-Ucciero, ma non è sfuggito allo sguardo vigile di un carabiniere libero dal servizio che partecipava ai festeggiamenti in onore della Madonna. Quando i militari della compagnia di Casal di Principe, sono intervenuti, Cesare Tavoletta, reggente dell’organizzazione, ha cercato di far perdere le proprie tracce tra la folla, alcune migliaia di persone in piazza per la festa, ma è stato bloccato dopo un breve inseguimento nei pressi del viale Margherita. Cesare Tavoletta, trentacinque anni, figlio di Gaetano Tavoletta, da non confondere con l’omonimo cugino, ex baby boss, figlio del capostipite del clan Pasquale Tavoletta, detto Zorro, divenuto alcuni anni fa collaboratore di giustizia. L’esponente del clan dei Liternesi era in compagnia della moglie e dei figli. Il carabiniere in borghese, dopo averlo riconosciuto, ha immediatamente chiesto rinforzi, senza mai perdere di vista il pluripregiudicato, che era latitante dal diciassette aprile. Sul trentacinquenne latitante pendevano due ordinanze di custodia cautelare in carcere, la prima del diciassette aprile nell’ambito dell’operazione Domizia per il reato di illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso nel mercato del noleggio dei videopoker, la seconda del primo luglio, denominata Liternum’. In questo secondo caso le accuse contestate riguardano i reati di associazione a delinquere di stampo camorristico, per aver preso parte all’omonimo clan e di estorsione aggravata. Gli viene contestata, in particolare un’estorsione ai danni dei fratelli Angelo e Mario Russo, soprannominati “Schiaffino”, titolari di un supermercato. Sarebbero stati portati a casa di Cesare Tavoletta e costretti a monetizzare numerosi assegni di dubbia provenienza e privi di copertura. Gli episodi si sarebbero verificati tra il mese di novembre del 2003 ed il febbraio dell’anno successivo con la complicità di Antonio Di Fraia e di Vincenzo Ucciero, entrambi deceduti. Tavoletta fa parte della fazione dei Casalesi detta dei “Liternesi”, i Tavoletta-Cantiello, per anni in guerra con quella capeggiata dal boss Francesco Bidognetti e dai figli Aniello e Raffaele per il predominio del litorale domizio del business delle estorsioni. Il malvivente, che era riuscito a sfuggire all'operazione che lo scorso 1 luglio aveva colpito pesantemente le due fazioni con l'esecuzione di 27 ordinanze di custodia cautelare sulle 32 emesse dai magistra è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
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