lunedì 11 agosto 2008

La nuova fase della Faida di Scampia ha già fatto 9 vittime.

Il padrino Paolo Di Lauro ritornò a Napoli per trattare la pace con gli Amato-Pagano, suoi ex fedelissimi che poi decisero di mettersi in proprio. La faida aveva provocato oltre venti morti e una serie infinita di feriti e incendi. Ma la tregua è durata molto poco, il tempo per le due cosche di riorganizzarsi e riprendere le ostilità. Anche perché il 16 settembre del 2005 finisce la ventennale latitanza del padrino che ha saputo trasformare lo spaccio di ogni sorta di stupefacenti in un business industriale. I Di Lauro sono usciti nettamente sconfitti nello scontro con gli scissionisti, e lo dimostrano anche le numerose perdite che hanno subito quest’anno. Il conteggio fa registrare un 5-4 a favore degli Amato-Pagano e la partita ri preannuncia aspra e ricca di colpi di scena. Il 25 gennaio il primo morto della faida targata 2008. A cadere sotto il piombo dei killer scissionisti, proprio all’interno del rione dei Fiori, è Vittorio Iodice, 20enne, “sentinella” dei pusher del clan Di Lauro, che ha pagato con la vita il suo rifiuto a passare con gli avversari. Il 31 gennaio tocca allo zio di Iodice, il 39enne Ciro Reparato, anch’egli vicino ai Di Lauro. Qualcuno ha ipotizzato che l’uomo stesse organizzando la vendetta per l’omicidio del nipote. Il 9 febbraio in piazza Luigi Di Nocera viene massacrato il 33enne Carmine Fusco, personaggio gravitante nell’orbita del clan Di Lauro, ma la mazzata più pesante arriva il 13 marzo con l’agguato ad Antonio Orefice, 57enne, consuocero del defunto padrino Ugo De Lucia, freddato nel rione Berlingieri. Poi i Di Lauro passano al contrattacco e il 22 marzo muore in ospedale Giuseppe Grassi, ex Di Lauro passato con gli scissionisti, ferito in un agguato il 3 marzo. È lo stesso giovane sicario che durante la faida era guardaspalle di Nunzio Di Lauro e una sera, credendo che si trattasse di killer scissionisti, sparò contro quattro marescialli dei carabinieri in borghese che stavano tornando in caserrma. Il 15 aprile viene massacrato Salvatore Cipolletta, ”pezzo da novanta” degli Amato-Pagano che controlla una ”piazza” a Mugnano. Ma c’è anche l’ipotesi che siano stati gli stessi suoi amici ad eliminarlo per uno sgarro. Il 6 maggio e l’11 giugno due clamorosi colpi del gruppo di fuoco dei Di Lauro con gli omicidi di Pasquale Salomone, ex affiliato al clan Licciardi passato con gli Amato-Pagano, e di Mariano La Peruta, ex ”dilauriano” passato con gli scissionisti. Mercoledì pomeriggio un altro colpo assestato dagli Amato-Pagano che sono quasi arrivati a conquistare il rione dei Fiori.

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