venerdì 1 agosto 2008

E' faida a San Giovanni a Teduccio?

Sette pistolettate contro la casa del ras, secondo messaggio intimidatorio dello stesso tipo in un mese. Ma l’altra volta, a fine giugno, la polizia trovò pochi bossoli di proiettili; l’altro ieri sera invece, ne ha raccolti e sequestrati ben dieci di calibro 9x21. Nel frattempo le indagini erano già decollate e la pista resta anche ora la stessa: gli investigatori puntano con decisione al clan Mazzarella. Salvatore Reale infatti, bersaglio dell’ultima sparatoria, avrebbe riavvicinato il suo gruppo ai Rinaldi, storici avversari dei malavitosi con base a San Giovanni a Teduccio. Poco tempo fa si verificarono, quasi contemporaneamente anche se con modalità diverse, diverse scarcerazioni eccellenti che fecero drizzare ancora di più le orecchie agli investigatori che si occupano della malavita di San Giovanni a Teduccio. Prima era tornato libero, senza alcuna misura di sicurezza a carico, proprio il ras dei Reale, dell’omonimo clan originario del rione Pazzigno; poi erano passati dalla cella agli arresti domiciliari due fratelli finiti in manette a settembre 2007 e sospettati di legami con i Mazzarella (nonché congiunti di un altro ferito il 4 luglio a colpi di pistola nel corso di una presunta rapina su cui ancora non c’è completa chiarezza). Cominciamo da Salvatore Reale, tornato a casa in pianta stabile dopo dieci anni di detenzione. È uno stretto congiunto dei boss dell’omonimo gruppo di Pazzigno: Patrizio detto “Patriziotto” e Carmine, soprannominato “o’ cinese”. Il clan, imparentato con i Rinaldi, secondo gli investigatori di carabinieri e polizia negli ultimi mesi si sarebbe riavvicinato alla cosca del rione Villa, quest’ultima storicamente contrapposta ai Mazzarella di San Giovanni a Teduccio con omicidi eccellenti da un lato e dall’altro fin dal lontanissimo 1980. Diversi anni fa i Reale ebbero, loro malgrado, il periodo di massima notorietà. Nell’agosto del ‘97, infatti, frotte di poliziotti con carri blindati ed in assetto anti-sommossa riuscirono a liberare il quartiere di Pazzigno dalla condizionante presenza dei “guaglioni” del clan Reale (poi tornati gradualmente alle abitazioni lasciate). Tra gli sfratti coatti, eseguiti dagli agenti della questura di via Medina, finì anche l’appartamento occupato dalla giovane moglie di uno dei ras e la stessa sorte toccò anche ad alcuni parenti dei fratelli del capoclan Patrizio, Salvatore, Mario e Carmine, quest’ultimo meglio conosciuto con l’appellativo di “ò cinese” ed elemento altrettanto carismatico del congiunto “Patriziotto”. Ma da allora molta acqua è passata sotto i ponti e a Pazzigno il potere dei Reale è ritornato gradualmente, anche se in maniera meno asfissiante. E’ anche un ricordo ciò che accadde nell’ormai lontano 20 gennaio del ‘95, quando la gente del quartiere e i “guaglioni” si ribellarono alle perquisizioni degli agenti, malmenando alcuni poliziotti che avevano bloccato uno spacciatore. Sugli spari contro l’abitazione di Salvatore Reale, in via Pazzigno, stanno indagando i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato San Giovanni a Teduccio. L’intimidazione, secondo informazioni confidenziali raccolte, è stata compiuta da due pistoleri in sella a una motocicletta. I proiettili non hanno provocato danni né feriti, centrando soltanto i muri della palazzina.

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