mercoledì 6 agosto 2008

Mazzarella-Misso-Sarno: questo potrebbe diventare il clan più forte della provincia Napoli

Una delle prime verità che l’allora neo-pentito Salvatore Giuliano confessò ai magistrati antimafia di Napoli, durante i lunghi colloqui in carcere, fu l’esistenza di un cartello di camorra formato dalle famiglie Misso-Mazzarella-Sarno, contrapposto all’Alleanza di Secondigliano. Quello spunto investigativo fu, poi, verificato nel corso di successive e più articolate indagini, che si svilupparono in particolare durante la furibonda faida della Sanità, quando una cimice registrò i dettagli del patto che univa i gruppi del centro storico con quelli di San Giovanni a Teduccio e Ponticelli. Finora, dunque, si è saputo che i Mazzarella e i Misso hanno agito, in coabitazione, nella zona di Forcella e del rione Sanità, per la gestione del racket delle estorsioni e della vendita di
droga, non sempre però con una perfetta coincidenza degli intenti e delle strategie. Da alcune settimane, invece, è convinzione degli inquirenti che una nuova rete di collaborazione si sia allargata ad altre zone della città, tradizionalmente controllate dalla sola cosca mafiosa dei Mazzarella, a cui si sarebbero affiancati i Sarno. Soprattutto nella zona delle Case nuove, dove l’indebolimento dei vecchi padrini ha reso più difficile il controllo dei business illegali, anche alla luce della contemporanea azione sul territorio di una nutrita avanguardia del clan di Eduardo Contini, loro storico nemico. Secondo alcune recenti informative antimafia, infatti, sarebbe stato
raggiunto un accordo tra le due organizzazioni camorristiche per il supporto logistico commerciale al traffico di stupefacenti nella zona del Mercato, dove l’incessante attività di polizia giudiziaria ha ormai quasi decimato la presenza dei Mazzarella, che comunque restano il gruppo di riferimento della zona. Da qui la decisione di affidare alcune fasi dell’attività di approvvigionamento e vendita della droga a esponenti della famiglia Sarno, meglio organizzati e con più uomini a disposizione. Si tratterebbe di un’associazione temporanea di impresa camorristica, che prevede la sostituzione concordata dei capizona e dei colonnelli dei Mazzarella finiti in carcere (o sottoterra) con altrettanti camorristi di Ponticelli, ai quali delegare alcuni compiti specifici. Sembrerebbe, inoltre, che per rendere più agevole il trasferimento dal quartiere della periferia est al centro della città siano stati addirittura sgomberati alcuni appartamenti, nelle disponibilità dei Mazzarella, ora occupati dai nuovi inquilini. Se lo scenario dovesse confermarsi tale anche nei prossimi mesi, e se cioè l’alleanza si consolidasse nel tempo e finisse per rappresentare il tassello di una più ampia riorganizzazione criminale in città, allora si realizzerebbe la previsione di quel magistrato che, parlando a proposito del clan Sarno, lo definì il gruppo camorristico più forte della provincia di Napoli.

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