lunedì 11 agosto 2008

Il detenuto Vincenzo Licciardi, nel 2006 quando era boss dell'Alleanza di Secondigliano, trascorse le vacanze a Saint Tropez

Vacanze a Sanit Tropez per il latitante Vincenzo Licciardi. Tra la fine di luglio 2006 e i successivi primi giorni di settembre il boss, allora latitante, trascorse l’estate in una villa in Francia con la sua famiglia. L’episodio è riferito nell’ordinanza di custodia cautelare con cui la Dda ha inferto lo scorso mese un duro colpo al clan di Secondigliano. Vincenzo Licciardi ha trascorso un periodo di latitanza dapprima in Francia, occupando con il proprio nucleo familiare una villa a Chavalaire sur Mer, piccolo centro turistico della Costa Azzurra, non lontano dalla più nota cittadina di Saint Tropez, successivamente nei pressi del lago di Garda (fino ai primi di settembre). Tale ricostruzione investigativa non avvenne in tempo reale, dal momento che non fu possibile predisporre alcun intervento di polizia giudiziaria in loco. Tuttavia la ricostruzione successiva consentì di evidenziare bene i comportamenti degli affiliati che curarono tutti i preparativi e gli spostamenti del latitante e del suo nucleo familiare. In realtà il latitante e la sua famiglia avrebbero dovuto trascorrere in Francia il periodo dal 29 luglio al 10 settembre 2006, ospiti di una villa nella cittadina di Chavalier sur mer, affittata a nome di tale Braggion Alessandro, tramite l’intermediazione di un’agenzia di Villaricca; ma tale villa, pur raggiunta alla data programmata è stata abbandonata dagli occupanti a partire dal 16 agosto, per motivi sconosciuti. Come già era accaduto in passate circostanze, la polizia giudiziaria comprese che i familiari si stavano preparando per la partenza attraverso l’intercettazione delle utenze utilizzate dai figli del latitante, i quali comunicavano ai rispettivi fidanzati particolari riguardante le vicende familiari, sebbene con precauzione. Ma soprattutto, l’assenza di traffico telefonico sulle utenze cellulari dei figli e la “comparsa” nell’abitazione di famiglia, sita in via Angiulli, dei cognati del latitante in funzione di guardiania, faceva intuire che la famiglia si stava riunendo in località segreta, per poi recarsi all’estero come si comprenderà. All’epoca di questa partenza (collocabile intorno al 28.7.2007), Antonio Errichelli era detenuto per scontare un provvedimento definitivo e venne scarcerato solo l’8.8.2006, in quanto beneficiario dell’indulto. Non appena scarcerato egli fu subito impiegato per le esigenze del latitante, dal momento che per cause rimaste ignote la permanenza in Francia, che avrebbe dovuto essere prolungata viene ridotta; sicché per il latitante insorse il problema di far rientrare a Napoli parte del suo nucleo familiare e di essere spostato in altra località italiana. Dalle intercettazioni dell’utenza telefonica radiomobile in uso alla convivente di Errichelli Antonio si comprendeva che dopo la scarcerazione aveva fatto rientro a Napoli per poi allontanarsi dalla città per alcuni giorni. In particolare il 17.8.2006 Errichelli contattava la moglie da una cabina pubblica installata nell’area di servizio “Cantagallo”, ubicata sull’autostrada A1, in località Bologna. Gli interlocutori parlano delle vacanze che dovranno trascorrere nei successivi giorni di agosto a Malaga, in base ad un pacchetto già acquistato. Il marito le propone di disdire questa vacanza, avendo lui la disponibilità di una “villa con piscina”. Salvatore Puccinelli resta libero nonostante un nuovo ordine di cattura.

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