«L’arresto di Patrizio Bosti, l’ultimo capo dell’Alleanza di Secondigliano ancora in libertà, rappresenta certamente un elemento perturbatore degli equilibri criminali, che potrebbe portare altri clan, come ad esempio i Lo Russo e i Sarno, ad approfittare della situazione e ad avviare una politica espansionistica ». L’analisi si svincola dall’attualità dell’arresto del boss del Vasto-Arenaccia, avvenuto ieri notte in Spagna, e si proietta in un futuro nemmeno troppo lontano. «Con la cattura di Edoardo Contini, il ruolo di Bosti era cresciuto ulteriormente nelle funzioni e nella capacità di coordinamento. Il suo non era assolutamente un potere simbolico: era lui a comandare, anche se dalla latitanza era costretto ad affidare le attività operative a coloro che erano rimasti sul territorio. Certamente, la sua assenza ora determinerà una situazione di estrema difficoltà al suo gruppo originario e al cartello di Secondigliano, già indebolito dalle detenzioni di Vincenzo Licciardi e dello stesso Contini. Con tutta probabilità qualcuno potrebbe decidere di intraprendere una campagna di conquiste nei territori controllati finora dal sodalizio». Sulla possibilità di una successione da parte del latitante Paolo Di Mauro, Roberti è scettico: «Non credo che Di Mauro possa assumere da solo la guida di una organizzazione complessa. Siamo davanti a uno scenario molto turbolento.
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