lunedì 7 luglio 2008

Arrestato Raffale Vollaro: è il figlio del boss di Portici.

Raffaele Vollaro, 51enni figlio del boss di Portici Luigi, è stato arrestato nella sua abitazione in via Verdi a San Giorgio a Cremano in seguito ad un'ordinanza che lo condanna a scontare un anno in casa lavoro per aggravamento di pena. Al momento era sottoposto alla misura restrittiva della sorveglianza speciale. Un'operazione lampo, tant'è che il fermo è giunto appena poche ore dopo l'emissione dell'ordinanza della Procura. Gli agenti dellcommissariato di San Giorgio a Cremano si sono portati sabato sera presso la sua abitazione, un'operazione fulminea, al fine di evitare una possibile soffiatasul loro imminente arrivo. Gli agenti alle ore 22 di sabato sera hanno suonato al campanello della porta dell'abitazione di Vollaro. Ad aprire è stato lo stesso Raffaele. I poliziotti a quel punto dopo essersi identificati mostrato il mandato, lo hanno tratto in arresto. Condotto in commissariato, è stato trasferito in carcere in attesa di conoscere la destinazione. Si tratta di una vecchia conoscenza per le forze dell'ordine. Uno dei tanti figli del ‘califfo’. Diversi i precedenti a suo carico. Un'importante operazione quella condotta dalle forze dell'ordine. Nella rete degli agenti è finito infatti un altro componente delle cosche locali. Un mese dopo, quindi, il fermo del ras Filippo Abate, è ora la volta di un componente della famiglia Vollaro, reggente indiscussa del malaffare nella città della Reggia. Prosegue dunque la controffensiva dello stato contro la criminalità organizzata. E proprio i continui arresti operati dagli agenti nei confronti dei ras e affiliati alle cosche locali rischia di rompere i già precari equilibri della criminalità organizzata. E' più che una semplice ipotesi il piano di espansione dei Sarno nei Comuni del Vesuviano. I ponticellari approfittando di un eventuale ed ulteriore indebolimento sia dei Vollaro che degli Abate potrebbero subentrare nella gestione degli affari illeciti. Una dimostrazione lo sarebbe anche gli ultimi atti intimidatorio eseguito nei confronti di alcuni esercizi della zona, ma anche un'altra possibilità rischia di concretizzarsi. E cioè quella di una scissione all'interno degli stessi clan. Schegge impazzite, mine vaganti intenzionate a mettersi in proprio e soverchiare le vecchie gerarchie. Ipotesi questa, che se si materializzasse sarebbe l'anticamera di una faida interna. Il figlio del boss 'o califfo avevadegli obblighi da rispettare. Dopoaver passato in carecre oltre 20 anni, con l’indulto aveva ottenuto la libertà, seppur con delle prescrizioni. Non uscire di casa prima delle nove e dopo le 21. Non frequentare altre persone con precedenti penali. Non mettersi alla guida di veicoli per i quali è richiesta la patente. E soprattuto non valicare mai i confini territoriali della città che ha dato i natali a Massimo Troisi. Queste erano alcune delle prescrizioni previste dalla sorveglianza speciale alla quale Raffaele jr era sottoposto. Ma che da sabato sera non valgono più. Deve scontare un anno di pena in una casa lavoro: in attesa di conoscere la località in cui espiare i dodici mesi di pena, è stato provvisoriamente accompagnato in carcere. Un vecchio provvedimento, rimasto per anni nei cassetti delle forze dell'ordine essendo Vollaro detenuto. Un vecchio provvedimento inerente una misura di prevenzione che venne stabilita venti anni fa, quando Vollaro incappò per la prima volta nelle fitte maglie della giustizia. Raffaele Vollaro senior fa ritorno dunque in carcere in attesa del trasferimento in casa lavoro. Prima di ottenere la libertà con l’indulto nell’estate del 2006, il 51enne figlio del ‘Califfo’ aveva beneficiato della libertà a Natale del 2005, periodo in cui coincise la fine di un lungo soggiorno in prigione iniziato nel 1982. Due estati fa, dunque, il figlio del boss Luigi Vollaro, ottenne la semilibertà, dopo aver scontato quasi tutta la condanna a ventidue anni per omicidio e altri due anni per associazione per delinquere (negli anni Ottanta non era ancora stato previsto nel codice penale il reato di associazione di stampo mafioso) e per armi.

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