venerdì 4 luglio 2008

La scissione del clan Longobardi-Beneduce è alle porte

La preoccupazione per la faida che starebbe per scoppiare all'interno dell'ormai ex clan Longobardi-Beneduce è tanta. Secondo gli inquirenti con gli omicidi del 26 giugno di Iacoviello e Di Bonito è iniziata la faida tra gli ex soci dei Beneduce e dei Longobardi. Prima il ferimento del nipote del boss Longobardi e poi l'assassinio al rione Toiano di Gennaro Perillo. In seguito alle indagini sfociate nel blitz di Toiano avvenuto tra il 9 e il 10 Ottobre 2006, per la prima volta gli inquirenti affermarono l'esistenza tra Pozzuoli e Quarto di un clan camorristico che si differenzia da quello dei Longobardi al cui vertice c'è Gaetano Beneduce. In base alla nuova mappa criminale tracciata dagli investigatori, il clan Longobardi controllerebbe il territorio di Quarto, in un legame instaurato con i boss Nicola Palumbo (detto faccia abbuffata) e Salvatore Cerrone (detto totore 'o biondo), mentre i Beneduce avrebbero il controllo di Pozzuoli, ad eccezione però di Monterusciello, per il cui controllo i clan avrebbero ingaggiato una lotta da cui sarebbero scaturiti gli ultimi omicidi avvenuti sul territorio. Un sodalizio, quello formato dai Longobardi e dai Beneduce di cui si iniziò a parlare dal 7 Dicembre 1994, quando alcuni killer uccisero all'interno del circolo Canottieri di Napoli l'allora capo della camorra flegrea: Gaetano Di Costanzo. Da quell'uccisione emerse un nuovo cartello camorristico vincente formato da Domenico Sebastiano (mimì a capa e morte) e Raffaele Bellofiore (lelluccio 'o biondo) da un lato, e Beneduce e Longobardi dall'altro. Una convivenza che finirà il 1 Giugno 1997, quando alcuni sicari entrarono in azione all'esterno del bar Fiore in via Ovidio al rione Toiano, uccidendo Sebastiano e Bellofiore e spianando, così, la strada al dominio incontrastato dei Longobardi-Beneduce.

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