venerdì 11 luglio 2008
La situazione attuale della camorra a Nord di Napoli - 2°parte
La tregua siglata tra clan Di Lauro e ‘spagnoli’ aveva stabilito nuovi confini. I gruppi di spacciatori avevano dovuto adeguarsi e ‘migrare’ da una piazza all’altra. Gli equilibri restano precari, anzi sono tornati precari. Gli scissionisti, quelli che la prima ‘grande guerra’ per il controllo delle piazze di spacico dell’area nord l’hanno vinta, sono stati protagonisti di quelle ‘eliminazoni a orologeria’ che servivano a regolare i conti in sospeso. “Gigino gestisce al piazza di spaccio di piazzetta Berlingieri e si rifornisce dai Licciardi”. E’ quanto emerse dai verbali del pentito De Carlo che parlò dei nuovi assetti degli affari e del territorio nella zona di Secondigliano. “E’ organico al clan e commette anche azioni di fuoco per i Licciardi della Masseria Cardone”. E’ molto cambiato l’assetto dalla gestione dei Di Lauro. Era un’organizzazione perfetta quella gestita dai Di Lauro. Un’organizzazione soporattutto "moderna’. I traffico di stupefacenti gestito come un vero e proprio ‘multilevel’ e Paolo Di Lauro è stato il primo narcotrafficante ad applicare il ‘multilevel’ allo spaccio di stupefacenti. Ma ora le cose sono cambiate. I nuovi sviluppi investigativi hanno lasciato emergere una realtà che sta mutando di continuo. E anche su questa transazione il vertice della piramide ricavava ulteriori introiti derivanti soprattutto dall’“affitto” dei suoli (le piazze) sulle quali avveniva la compravendita di sostanze stupefacenti. Ora la droga non viene comprata “all’ingrosso” e successivamente lavorata. La droga viene acquistata dall’organizzazione già divisa in dosi pronte ad essere spacciate e i vertici, che hanno scelto di bypassare tutte le figure intermedie, la rivendono direttamente ai pusher. I grossi calibri dell’Alleanza hanno quindi colonizzato rioni e quartieri col placet degli scissionisti. Ma quando un personaggio ha uno spessore tanto ingombrante, fa quello che nella sua indole sente di fare: conquistare sempre più spazio e più potere. E’ così, con quest’anelito di espansione, che tra i Licciardi e i cosiddetti ‘spagnoli’, sono cominciati gli attriti. Chi era stato messo al vertice di alcuni rioni chiave (affiliati della prima ora al gruppo della Masseria Cardone) ha deciso di farsi largo, di prendere spazio, anche a costo di mettersi contro il direttorio di cui allora era al vertice il padrino Vincenzo Licciardi. Questioni di soldi. Gli scissionisti dei Licciardi (a differenza di quelli dei Di Lauro) hanno un nome: si chiamano Sacco-Bocchetti. E alle loro spalle si staglia imponente l’ombra dell’organizzazione malavitosa dei Lo Russo del rione San Gaetano.
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