Solo due guerre di camorra. L'una tra il 1977 ed il 1997, l'altra che ha interessato gli ultimi mesi del 2001 ed i primi del2002. Una guerra intestina la prima, che avrà fatto poco più di venti omicidi. Una faida tra due gruppi opposti (Vollaro e Cozzolino) la seconda. Questa è Portici, una sorta di isola 'felice', perché qui il peso della camorra non è oppressivo come nella vicina Ercolano, contesa da anni tra due cosche. La contesa genera tensioni, e a Portici le tensioni non ci sono. Un solo territorio per un solo clan. Che gestisce ogni tipo di affare. Dalle estorsioni alla droga. Tutto nelle mani di una sola famiglia, i Vollaro, la famiglia fondata da Luigi Vollaro, soprannominato il 'califfo' per le sue doti di latin lover: 27 figli avuti da una decina di relazioni. Luigi Vollaro, originario di San Sebastiano, nasce il 18 dicembre nel 1932. Entra a far parte della Nuova Famiglia del boss, pentito, Carmine Alfieri. Uno dei primi capiclan a schierarsi con i l signore di Piazzolla di Nola nella lotta alla Nuova Camorra Organizzata del professore di Ottaviano Raffaele Cutolo. Ed è all'interno di questo cartello, che i Vollaro stringono le proprie alleanze, con i Birra-Iacomino di Ercolano (alleanza ancora tuttora forte, tanto quanto le ostilità con gli Ascione), con gli Abate detti "dei Cavallari" di San Giorgio a Cremano, gli Anastasio di Sant'Anastasia, i De Luca Bossa di Ponticelli, i Marfella del quartiere Pianura, i Veneruso di Volla e gli Sparandeo di Benevento. Vollaro viene arrestato dopo tre anni di latitanza nel 1982, sospettato dell'omicidio di un suo gregario, il 24enne Giuseppe Mutillo ucciso nel 1980. Omicidio per il quale Luigi Vollaro
incasserà il primo ergastolo, condanna diventata definitiva. A questo si affiancherà nel 2003 la condanna al carcere a vita per l'omicidio di Carlo Lardone, altro gregario dei Vollaro. Nel 1992 Luigi Vollaro viene sottoposto al regime del carcere duro, uno dei primi boss di camorra nei confronti del quale il Dap dispone il 41 bis, regime sempre prorogato, mai revocato(attualmente è detenuto presso la casa circondariale di massima sicurezza di Parma). E' a questo punto che la gestione degli affari illeciti passa ai suoi figli: c'era bisogno di uomini in grado di muoversi sul territorio, di uomini che potessero intervenire in prima persona nel caso in cui si verificassero problemi. E allora ecco che Pietro e Giuseppe, i più grandi tra gli eredi, vengono
investiti del potere, affiancati da un altro fratello Raffaele, che finisce in prigione nel 2001, accusato e condannato per aver intascato tangenti da Carmela Licenziato al fine di consentire a lei, che non era organicamente inserita nel sodalizio, di vendere droga in città. Fuori dagli affari di famiglia è invece Antonio Vollaro (altro figlio del Califfo), ingiustamente detenuto per anni per un omicidio commesso dal fratello pentito Ciro, che, con le sue confessioni, unitamente a quelle dei pentiti Francesco Di Pierno e Francesco Pariota, ha contribuito ad assestare un duro colpo alla famiglia.
lunedì 7 luglio 2008
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