martedì 1 luglio 2008

Assassinati Michele Iacuaniello e Gennaro Di Benito: è faida a Pozzuoli?

Uccisi il 26 Giugno Michele Iacuaniello, 34enne di Monterusciello e Gennaro Di Bonito, 33enne di Pozzuoli. I due, nell'orbita del clan capitanato dal boss Gennaro Longobardi, sono stati assassinati a Quarto intorno alle 11 del mattino. Iacuaniello pare essere il "maggiore" dei due; visto che a soli 22 anni fu condannato al 416bis. Il loro agguato potrebbe essere una frenata alle ambizioni di scalare i vertici dell'organizzazione. Un tentativo, da parte dei due, di sfuggire alle gerarchie che stanno minando da tempo la solidità e la compattezza del clan Longobardi, che ha già subito un duro colpo con l'arresto del boss Gennaro Longobardi (nella foto). Torniamo alla cronaca: erano in sella ad uno scooter T-Max, si trovavano sul tratto di strada che collega via Campana con la statale 7 quater bis, in direzione della tangenziale di Napoli, quando sono stati affiancati da un automobile. Dall'auto sono stati esplosi i primi colpi di pistola che hanno solo ferito uno dei due uomini in sella allo scooter, Gennaro Di Bonito, a terra ed impossibilitato a camminare. La fuga di Michele Iacuaniello, invece, dura poche centinaia di metri è, l'auto con i due killer a bordo, fugge via. Sul posto arrivano immediatamente due ambulanze insieme alle forze dell'ordine che rilevano oltre venti tra colpi di pistola e di mitra. Inutile il trasporto in ospedale, i due moriranno poco dopo. A pochi chilometri di distanza dall'accaduto, in via Grotta dell'Olmo, Tra Giugliano e Licola, verrà ritrovata l'auto dalla quale sono stati sparati i colpi fatali. Si tratta di una Opel Vectra al cui interno sono state trovate una pistola ed una mitraglietta. Ancora sangue, quondi a Quarto. Ma è l'intera area flegrea, in particolare Pozzuoli, che sta vivendi un amaro risveglio, dopo una sorta di pax armata tra i clan della camorra che si spartiscono il potere. Ma in questo caso, secondo le prime ipotesi, pare che la lotta sia tutta interna al clan capeggiato da Gennaro Longobardi (nella foto). Una guerra tutta interna che rischia di degenerare e di scatenare una nuova ondata di piombo e di sangue per le strade di Quarto e di Pozzuoli, vista la voglia di emergere all'interno del gruppo di "giovani ambiziosi". Dopo il ferimento di Adriano Gaudino, nipote del boss Gennaro Longobardi a Monterusciello il 4 Febbraio scorso, toccò a Gennaro Perillo finire sotto i colpi del killer, appena 24 ore dopo. Dopo circa un mese e mezzo fu ferito Ciro Scognamiglio, ritenuto vicino ma non affiliato al clan Beneduce.

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