venerdì 11 luglio 2008

La situazione attuale della camorra nell'area Nord di Napoli

“Sono due i maxicartelli che si contrappongono nell’area nord. Da una parte quello che fa capo agli Amato-Pagano, Sacco-Bocchetti e Lo Russo. Dall’altra i reduci dell’Alleanza di Secondigliano, ovvero i Licciardi, i Contini e i Mallardo di Giugliano”. E’ quanto ha affermato il capo della squadra mobile, Vittorio Pisani a seguito dell’operazione che ha visto impegnate forze di polizia e uomini della guardia di finanza e che ha portato alla cattura di 38 persone ritenute legate alle organizzazioni malavitose dell’area nord. “La rottura tra i Licciardi e il gruppo dei Sacco Bocchetti si è verificata a seguito dell’omicidio di uno dei luogotenenti della cosca della Masseria Cardone, Carmine Grimaldi. Il delitto fu compiuto nell’ottobre del 2007 a San Pietro a Patierno”. Il territorio, dalla fine della faida ha subito moltissimi mutamenti di assetto. A Secondigliano, il centro ‘nodale’ degli affari dell’area nord. C’erano d’apprima i Licciardi, sopraggiunti agli scissionisti (con loro delega). I luogotenenti della Masseria hanno dapprima amministrato, poi hanno deciso di gestire autonomamente parti di territorio nella zona a ridosso del rione Belingieri. Dall’altra i Sacco-Bocchetti, gruppo fiancheggiatore e organico dell’Alleanza di Secondigliano che ha spiccato il gran salto ed ha in pochi mesi del tutto estromesso quelli della Masseria Cardone dagli affari nella zona di Secondigliano. In via del Cassano, ormai il gioco è a due. Da quelle parti omai quasi tutti quelli che facevano parte del cartello della Masseria sono trasmigrati nel nuovo sodalizio. Tra questi ci sarebbero Cesarano (attualmente detenuto con l’accusa di estorsione) e il gruppo dei Feldi. La ‘campagna acquisti’ ha fatto sì che a ridosso del rione Kennedy gli affiliati ai Licciardi si ‘dissolvessero’. Sullo sfondo, tuttavia - raccontano gli inquirenti - si staglierebbe l’ombra imponente dei Lo Russo. I rapporti tra la Cupola di Secondigliano e gli scissionisti, lo scenario di camorra nella periferia a nord di Napoli, la divisione delle aree di competenza e degli affari tra le cosche, sono tutti temi sviluppati dagli uomini dell’Antimafia. Sullo sfondo di questi due macrocartelli c’è la famiglia Di Lauro, la cosca sconfitta dagli scissionisti dopo la faida delle Vele. Secondo le forze dell’ordine l’organizzazione di via Cupa dell’Arco che fa capo al boss Paolo, noto anche come Ciruzzo ’o milionario, è confinata nella zona del rione dei Fiori, il cosiddetto ‘Terzo Mondo’. Il clan di via Cupa dell’Arco, per gli investigatori, sarebbe fuori dal ‘giro grosso’.

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